your online literary fanzine and offline readers' club No Images? Click here L'intervista della settimanaCi conosciamo da un anno - introdotte da una comune amica - e ci intercettiamo a intervalli regolari. Oltre alla sua incontenibile joie de vivre mi ha sempre stupito la sua capacità di guardare le persone, tutte le cose ed anche, arte ben più complessa, in filigrana. No, non è una dote assai comune (e non lo era neanche pre-social network e schermi di smart phone) e in ogni caso è una ricchezza che le ha permesso di fare il mestiere che fa: vivere in termini di scrittura collaborando con magazine e giornali, soprattutto maschili (Playboy incluso) e tradurre. Roberta pubblica un blog, Falli Felici (anche in inglese) che raccoglie le sue impressioni di viaggiatrice incallita ma soprattutto (è tutto lì, nel twist della parola ‘falli’) si occupa di sessualità ed erotismo da una prospettiva aperta, femminile, inclusiva. Mi ha parlato in questi giorni di un libro che dovrei leggere (e me ne ha regalato uno di Amalia Guglieminetti da cui ho scelto di condividere con voi alcune poesie), scritto dalla statunitense Joan Didion: Play As It Lays - memento che prendiamo a prestito per riassumere la sua filosofia di vita.
Iniziamo la nostra conversazione con l’elegia del pranzo in solitaria e mi racconta del suo ristorante veneziano preferito (Alle Antiche Carampane) dotato del social table più sfizioso dove l’altro giorno le è capitato di pranzare con un ricco veneziano flaneur. Certo, non è solo il NY Times a essersi accorto che il pranzo in solitaria è sempre più un piacere diffuso. Dal pranzo in solitaria affrontiamo il vero argomento che ci sta a cuore. ‘Il piacere di stare da soli ti porta a incontrare l’altro, se prima di tutto stai bene da solo. Come si fa? Si fa che ti conosci, che ti accetti, che lavori sulla tua consapevolezza. Una volta che stai bene con te stesso, con il tuo te e con le tue paturnie, irradi una luce che fa da calamita per gli altri’.
Roberta Denti - scrittrice, giornalista e traduttrice - vive a Milano e nel mondo Le poesie della settimana(...) Io non volli cantar, volli parlare, e dir cose di me, di tante donne cui molti desideri urgon l’insonne cuore e lascian con labbra un poco amare.
E amara è pur la mia voce talvolta, quasi vi tremi un riso d’ironia, più pungente a chi parla che a chi ascolta. (...)
La mia voce, Amalia Guglielminetti (Italia, 1881-1941) (...) Più non vedo il tuo sguardo tutelare vigilarmi nell'ombra. Su qual traccia, dove come perché dobbiamo andare?
Verso qual meta? La paura diaccia quasi nel seno il battito m'arresta... Ma tu mi levi fra sicure braccia,
mi baci lento, mi sussurri: – A questa. (...)
Notte, Amalia Guglielminetti (Italia, 1881-1941) Il racconto della settimana(...) Scriviamo per incantare, lusingare e consolare gli altri. Scrivamo per fare le serenate a quelli che amiamo. Scriviamo per assaporare due volte la vita, nel momento e quando lo ricordiamo. Scriviamo, come Proust, per trasformare tutto in eterno, e per persuadere noi stessi che lo sia. Scriviamo per essere in grado di trascendere la nostra vita, per agguantarla al di là di essa. Scriviamo per insegnarci a parlare con gli altri, per registrare questo viaggio nel labirinto. (...)
Sulla scrittura,Anaïs Nin (Francia, 1903 - 1977) Slow Words è un blog letterario online ed un readers' club offline composto solo da storie (interviste, poesie, racconti). Ogni storia di Slow Words è la visione – insieme – di luoghi, di viaggi, di preferenze, in una parola di uno stile che svela la poesia sottotraccia presente nella vita di tutt*. Slow Words è la tv di chi non guarda (più) la tv. Le poesie e i racconti sono di proprietà degli autori (se non inediti, anche dei loro editori): ringraziamo tutti quelli che ci permettono di rileggerle e tradurle. Tutte le traduzioni senza credito sono di Slow Words People and Stories from this World. |